come vento tra le fronde...

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NOSTALGIA  NEL  LINGUAGGIO  POETICO

Quando ci si addentra nel mondo della poesia, ci troviamo a compiere un viaggio fra diverse emozioni e tra queste, una ricorrente e di diverse sfaccettature:  “la nostalgia”.

Darei  quasi uno dei primi posti, a tale sentimento radicato nell’essere umano e che scaturisce da una forte ed  incisiva emozione.

La parola nostalgia, è di origine greca ed equivale alla definizione del “ ritorno,” come a voler dire che il nostro cuore ha racchiuso in sé quell’emozione e la nostra mente l’ha catturata.

La nostalgia, come dicevo, ha diverse sue sfaccettature giacché  i nostri ricordi possono essere di diversa natura, quindi tristi, dolci, gioiosi e tutti in essa rappresentati.

Sin dal lontano passato,  ai nostri giorni, non vi sono poesie o brani musicali più significativi e splendidi che non parlino di questa, basti rammentare la lirica di Leopardi: “ rimembri ancor … “A Silvia, “ sino ai recenti  brani di musica tra i più belli, come ad esempio, “Celeste Nostalgia ” di Cocciante: cara… dolce compagna di storie d’amore sempre mia” o “Gocce di memoria” di Giorgia “sono gocce di memoria queste lacrime”…

All’infinito si potrebbe scrivere e definire la “nostalgia,” perché fa parte di ognuno di noi e con noi è sempre viva;  in noi rivive il nostro passato, in noi è viva perché ci proietta nel futuro, con i sogni e l’immaginazione; nostalgia per aspettative nuove.

Ho letto una bellissima definizione che dice: ”la nostalgia è una lacrima che scivola lentamente e si trasforma in un sorriso”. La trovo esaustiva e vera!

                                                                                                  Maria Bartolomeo

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PERCHE’ SCRIVERE?

 

Perché scrivere?  Con semplicità, posso affermare che scrivere è l’esigenza interiore di vergare con la penna ciò che di più prezioso e intimo fa parte del proprio essere che comunica con l’io che pensa e vive, con la gioia di trasmettere e comunicare agli altri.

Nasce così, a mio parere, il desiderio di scrivere e non solo; da questo, come da altre forme d’arte si può assorbire un patrimonio atto ad arricchirci, a migliorare ed affinare l’intelligenza e la sensibilità di chi potrà recepire i suoi contenuti. Scrivere, è come dare voce ad una musica, quella dell’anima, che si modula su corde diverse, secondo la propria personalità e il suo credo.

Quando lo scrittore o il poeta scrive, è per dare il meglio di sé, per raccontare o raccontarsi, sia nel bene o nel male ma pur sempre animato dal desiderio di esprimere nobili sentimenti e peculiari emozioni,  stimolato anche da tutto ciò che lo circonda, quindi, storia di vita, di gioie e dolori del cosmo di cui ne fa parte e che penetrano e fanno vibrare le corde del suo cuore.

Quando compongo una mia poesia, è perché sono ispirata da sentimenti che implicano forti emozioni che protendono verso l’alto, cioè che mi elevano verso il supremo e, come dice il poeta Tito Cauchi, “l’animo si fa forte delle sue energie e virtù che contrappone alle negatività, così il poeta rinasce sempre.”

Il concetto è chiaro, scrivere è quel lievito che dà nuovo vigore per crescere e rinnovarsi ,con l’intento di lasciare ai posteri un  valido messaggio, dinamico e vivo nel corso di tempi diversi.


 

M.B.

 

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POESIA E MEMORIA

 

Quando si viene trasportati nel mondo poetico, sia in veste di lettori o in prima persona come poeta, non si può fare a meno di valutare aspetti che di questo ne fanno parte o ci colpiscono maggiormente.

Vivere la poesia, non vuol dire soltanto rappresentare sentimenti o atteggiamenti personali ma anche appartenere ad un mondo che non è estraneo, quindi alla società e al momento storico attuale da cui si è fortemente influenzati e che sono parte integrante della propria arte. In relazione a tutto ciò e prendendo in considerazione gli aspetti  accennati, una delle componenti che trovo ricorrente e significativa, nella poetica di ogni tempo, è la memoria.

Il docente di letteratura dell’Università di Chicago, Prof. Emilio Speciale, nella sua introduzione ad una raccolta poetica del 1989, affermava che: “ La memoria era strumento importante per la poesia quando ancora veniva cantata e recitata con l’accompagnamento della lira; la poesia risiedeva nella memoria e da essa era portata alla luce in occasioni importanti per la vita e man mano, ha trovato suo mezzo di trasmissione nella scrittura e lettura intima.” Si potrebbe continuare a scrivere all’infinito su tale argomento e non sta a me approfondirlo ma è solo un osservazione che vuole dare voce all’importanza che questa costituisce: cioè, memoria come linguaggio universale, che in ogni tempo rispecchia i sogni, le emozioni, le tensioni, le immagini, il disagio sociale ed il ricco mondo dei propri ricordi.

T. S. Eliot, in attinenza alla memoria diceva che: “ Il passato non è un tempo morto, in quanto il poeta non è soltanto il presente ma il momento presente del passato, in relazione ai momenti storici appartenenti a tempi diversi”; ancora significativa l’affermazione del saggista tedesco E. R. Curtius: “ La memoria è dinamismo, perché essa è in grado di modificarsi costantemente, aprendosi a nuovi spazi di confronto.”

Nel  tempo presente di oggi, dove c’è maggiormente bisogno di ricercare i valori importanti della vita, ho voluto dare risalto a questo aspetto che vive con la poesia, che parla di sentimenti profondi, così come i grandi poeti del passato, hanno saputo dare nel loro canto, vita ai nobili sentimenti del cuore; se ne potrebbero infatti citare molti, che attraverso l’introspezione della memoria, hanno evocato fatti ed emozioni della propria esistenza e  hanno saputo trasmettere le note più suggestive della poesia lirica.

 

M.B.

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LA POESIA NELLA SOCIETA’ ODIERNA

Da quanto emerge dall’attuale contesto sociale e dal modo in cui la vita di oggi, si muove e si manifesta, ho constatato che la poesia non  sembra essere presente, né avere un suo spazio. Le ragioni per cui questa non viene coltivata e ascoltata, con l’attenzione che merita, sono dovute certamente a più di una motivazione. E’ necessario  prendere atto dell’evoluzione sociale che negli ultimi decenni, ha trasformato radici che hanno tenuto vive idee e principi^ che ne hanno costituito i cardini per generazioni e tempi diversi. Tuttavia, non voglio affermare che la “poesia” ne sia totalmente esclusa, bensì che il concetto della stessa, si è modificato nelle sue varie espressioni; è però vero che recandomi in  una libreria,mi viene fatto osservare che oggi i libri di poesia sono poco commerciabili e quindi la vendita è molto limitata!

Forse perché nel mio mondo non potrebbe mancare la poesia, forse perché scrivo poesie, mi pongo la domanda e la sua risposta, mi lascia senza parole e con l’amara constatazione!... “Perché esprimere sentimenti ed emozioni è così difficile”? - Perché la poesia è così estranea e distante dall’ individuo del nostro millennio?

Forse, è la frenetica vita odierna che porta lontano da sentimenti profondi e fa considerare la sua caducità,  imponendo le sue leggi che sono parti inesorabili del vivere? Credo che saremmo in molti, oggi, a cercarne le motivazioni.  Personalmente, ho deciso di non rinunciare  comunque al mio mondo poetico, seppure cosciente che questo non verrà percepito da gran parte dei miei simili! Ho imparato a vivere la poesia in poche manifestazioni o piccoli gesti spontanei di affetto, di condivisione e solidarietà, in un lampo di luce negl’ occhi di un fanciullo o di un anziano bisognoso di cure. Queste espressioni, racchiuse come perla in una conchiglia, producono sentimenti riferibili all’amore, quindi a tutto ciò che di poetico ne può derivare.

Considerando inoltre che le forme poetiche nell’attuale società, scaturiscono da fonti ispiratrici nuove e differenti, mi rammarico nel dire che  nella poetica del nostro tempo, non avverto “quel canto che dal pensiero arriva al cuore e soltanto attraverso questo, può dare vita alla poesia rivelatrice,” in tutte le sue forme.

 

M.B.

 

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POESIA  & ARTE

Pensando all’arte della poesia, come a quella della musica, viene spontanea la coniugazione delle due : è come dire che l’una non ha vita senza l’altra!

Non so se a qualcuno è capitato di ascoltare un brano musicale e far volare il pensiero ai versi di una romantica poesia di Prévert, oppure, leggere nelle parole di una poesia il brano musicale di quell’autore capace di toccare le corde del vostro cuore; posso al proposito, affermare che a me accade molto spesso.

Ad esempio, seguendo l’Ave Maria di Schubert, mi sovviene il dolce volto della Vergine e la melodia suggerisce le preghiere di lode; la poesia è melodia, come la melodia diventa poesia. Ambedue esprimono i sentimenti più nobili del nostro essere e ci trasportano in quel mondo particolare che protende all’autenticità dell’ispirazione. Non si può non ricordare anche l’arte pittorica e come anche questa faccia parte del mondo poetico: visionando dipinti di autorevoli autori, le immagini rappresentate, ci riconducono  inevitabilmente alla poesia. Non sta a me, dire quanto tutto ciò sia veritiero, certamente valenti critici, ne sanno bene mettere in luce l’aspetto artistico e interpretativo.

Da quanto espresso, si può dedurre una significativa verità e cioè che le altre forme artistiche menzionate, hanno la capacità di armonizzarsi e fondersi l’una all’altra, donandoci l’anima della poesia.

 

M.B.

 

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POVERI … MA  BELLI!

Dall'editoriale "SILLOGE" n.4 Settembre 2015

 

Poveri ma belli! Non potrebbe esistere definizione più significativa e pulsante di vitalità!

Con estrema sincerità, devo dire che la suddetta frase, nella società odierna, sarebbe avvertita come cosa astrusa che rimane al di fuori della validità del suo concetto, che va recepito in uno spazio molto ampio che abbraccia l’essenza del valore in esso racchiuso.

Basterebbe tornare indietro negli anni e cioè alla realtà del periodo post-bellico, anni cinquanta, quando il regista Dino Risi diede il titolo al suo  splendido film “Poveri ma Belli”, in cui con chiarezza e vivacità emerge il suo prezioso contenuto; riflettendo, non potrà sfuggirci quella ventata di genuina spensieratezza e ottimismo con cui si guardava al futuro e si viveva la vita quotidiana!

La grande bellezza della gioventù, vivace e vibrante, non implicava una scontata ricchezza; l’entusiasmo, l’amore per la vita, dà la possibilità di affrontare i sacrifici più grandi Per rimanere in tema poetico, basti ricordare il grande Leopardi, che pur di lasciare spazio al suo canto poetico, si sottopose a privazioni non comuni e solo dando voce alla sua nobile poesia, si potè comprendere la bellezza dell’uomo identificata nella sua anima. Il bellissimo film di Mario Martone, “IL Giovane Favoloso” del 2014, pluripremiato, ha reso omaggio al poeta, nel descrivere come egli noncurante dei problemi fisici ed economici,  si dedicò senza sosta al suo ingegno poetico, come un bianco gabbiano, libero di librare in alto. Non posso non citare anche il grande poeta del novecento, Montale che nonostante si trovasse in guerra, riusciva ad esprimersi in versi. Poesia, è quell’arte che vibra nel nostro essere e neanche le realtà più ostili che ci circondano potranno arrestare.

L ‘arte pura, genuina, scaturisce nel dono di chi lo possiede, che sia poeta, pittore o grande musicista; esempi eclatanti come  Modigliani o Mozart, ai quali non mancarono momenti difficili e di grande povertà, sono la conferma che l’arte potrà sempre emergere, nonostante grandi carenze economiche e contesti sociali difficili.

Ebbene, vorrei dire che come ieri, anche oggi, i “poveri ma belli” possono trionfare!

E’ questo il regalo della grande bellezza che nessun titolo nobiliare o qualsivoglia ricchezza materiale, potrà mai sostituire o eguagliare.

 

M.B.

 

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LA POESIA COME MONDO A PARTE

Dall'editoriale "SILLOGE" n.3 Luglio 2015

 

Nell’attuale società, improntata ad una notevole modernità, stranamente quando si fa riferimento al mondo poetico, ho riscontrato uno stato di titubanza, di perplessità e di scetticismo, quindi viene spontaneo e conseguente porsi il perché di tale stato d’animo.

 

Parrebbe logico soffermarsi su varie motivazioni, che in modo preponderante, costituiscono lo stato d’essere della vita odierna ma secondo la mia modesta opinione, ciò non è da attribuire a tali motivazioni, bensì alla constatazione che il mondo della poesia è “ un mondo a parte”.

 

Bisogna riconoscere però che questo mondo, giustamente, può considerarsi patrimonio dell’umanità, anche se non tutti ne fanno parte e lo condividono. La poesia è vita pregnante che scaturisce da sentimenti, da intime emozioni e soprattutto è alimentata da “amore”.

 

Pur considerando che esistono vari modi di interpretazioni o di stili poetici che si diversificano e si distinguono, si potrà dire che la poesia, è poesia in toto, quando questa propende ad una genuina catarsi che ci rende migliori e ci fa librare in alto. E’ questo il concetto per cui si può interpretare la poesia autentica ed il mondo poetico che ad essa conduce. A dare validità a quanto espresso, posso citare alcune definizioni di illustri critici;  in un antico manuale poetico del 1856, Giovanni Gherardini ha così manifestato il suo pensiero: “la poesia come produzione del poeta, della manifestazione del bello, - ispirazione a signoreggiare il cuore e la fantasia, sensibilizzando gli altri all’idea del bello, concepito dal poeta”; Edgar Alan Poe la definiva “ intuizione cosmica che pur di espressione individuale contiene un riflesso della vita universale”; G.Barberi-Squarotti: “ la lettura della poesia non è mai un atto razionale ma un incontro quasi mistico con il suo ritmo segreto, con la sua vita rarefatta”.

 

Credo di non dover aggiungere altro a tali significative espressioni ma spero di aver dato l’idea di quanto sia ricco, universale e unico il mondo della poesia.

 

 

M.B.

 

 

FRANZ

Dalla raccolta "Non solo racconti"

 

Il tuo nome di origine tedesca potrebbe far pensare al bel principe ereditario del romantico film della principessa Sissy, ma così non è.

Sei bello, elegante nel portamento ed hai quattro zampe!

Con gli occhi esprimi tutte quelle parole che non puoi pronunciare ma che palesano ciò che vorresti dire.

Parlo proprio di te Franz, fedele e grande amico dell’uomo, si, perché sei un affettuoso e bel pastore tedesco.

I tuoi occhi amorosi, la tua fedele compagnia, la tua protezione,a volte eccessiva, ci ha insegnato tanto.

Ci hai insegnato che non è importante saper pronunciare parole, perché  tu ben sai il significare di:

-          Ti voglio bene, ti so proteggere io, sono qui con te, vicino a te –

Grazie  Franz, per tutti quei momenti di allegria, di gioco e di affetto che hai saputo darci !

 

 

M.B.

  

M.B.


 

M.B.

 

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